18.11.09

A San Paolo del Brasile il 7 nove mbre è stata inaugurata dalla presidente della Consulta Silvia Bartolini la mostra “Architetti e ingegneri emiliano-romagnoli nel mondo”. L’esposizione, ospitata all’interno delle manifestazioni della VIII Biennale di Architettura di San Paolo, è visitabile fino al 6 dicembre presso il padiglione del Parco Ibirapuera, in Avenida Pedro Alvares Cabral.
Inaugurata il 6 ottobre presso le sale espositive della Fondazione Carisbo a Bologna, in occasione della Conferenza dei presidenti delle associazioni emiliano-romagnole nel mondo, la mostra è stata in seguito accolta dall’Urban Center del Comune di Bologna, e approderà nel marzo 2010 a Montevideo, in Uruguay, da dove probabilmente si trasferirà in Argentina (c’è una richiesta da parte della nostra associazione di Viedma).

La mostra, a cura di Bruno Di Bernardo con la collaborazione di Claudio Bacilieri, è stata organizzata dalla Consulta per presentare al mondo alcune magnifiche realizzazioni di architetti migranti e giramondo, e di geni provenienti dalla nostra regione.
Costituita da 46 pannelli, è corredata da un catalogo a cura di Bruno Di Bernardo. E’ facilmente riproducibile ovunque, e potrà essere arricchita in futuro inserendovi nuove importanti figure che hanno operato nelle colonie italiane in Africa come in Ecuador, Romania, Portogallo ecc. Come sottolinea nella presentazione Paolo Ceccarelli, tra i fondatori della facoltà di Architettura di Ferrara e docente di pianificazione urbana, “questa piccola mostra è un primo passo consapevole dell’opportunità di muoversi già verso il secondo”, utilizzando la Consulta, le associazioni all’estero, le istituzioni italiane, latinoamericane e di altri Paesi, per creare contatti e rapporti da cui scaturiscano nuovi materiali (l’associazione di Buenos Aires, ad esempio, ci ha già fornito la documentazione su Lino Bertoncini, uno dei più importanti costruttori italiani in Argentina).
Tra i quindici architetti selezionati (sei appartengono a una stessa famiglia, gli Antonelli, autori delle fortezze spagnole nei Caraibi dichiarate patrimonio dell’Umanità dall’Unesco), l´esposizione porta l´attenzione su esiti assai clamorosi, se si pensa – ad esempio – che l’edificio più amato di Città del Messico, il Palacio de Bellas Artes, è firmato dal ferrarese Adamo Boari, o che la biblioteca del British Museum, dove andava a studiare Marx, è nata nella testa dell’esule reggiano a Londra Antonio Panizzi. E ancora: Plaza Independencia a Montevideo, simbolo della libertà uruguaiana, si deve a Carlo Zucchi da Reggio Emilia, autore anche del Teatro Solis; il modenese Guido Jacobacci ha realizzato la celebre Trochita, la linea ferroviaria che attraversa la Patagonia.
Presente all´inaugurazione, insieme a numerose personalità, l´unico contemporaneo, l´architetto Roberto Gandolfi, cui si deve il celebre palazzo Petrobras a Rio de Janeiro.

Gli altri personaggi inseriti nella mostra sono il bolognese Giuseppe Antonio Landi che introdusse il classicismo nell’Amazzonia brasiliana, lo sfortunato Giovanni Tosi, morto in manicomio a Ferrara dopo aver impresso il suo genio al grandioso Hotel Nacional e al Barrio Reus di Montevideo, il romagnolo Emilio Rosetti, padre dell’ingegneria argentina, e un altro romagnolo, Augustín Codazzi, eroe nazionale in Colombia, Venezuela ed Ecuador.