22.4.10


di Alessio Papa -

IL 22 APRILE È IL GIORNO IN CUI L’UOMO FA LA PACE CON IL PIANETA. L’EARTH DAY PER SCIENZIATI ED ECOLOGISTI È UN'OCCASIONE PER FARE IL PUNTO SULLE PROBLEMATICHE DEL PIANETA. LA DATA DELLARICORRENZA ANNUALE, IL 22 APRILE, È STATA UFFICIALIZZATA PER LA PRIMA VOLTA DAL SENATORE STATUNITENSE GAYLORD NELSON. LA PRIMA EDIZIONE FU CELEBRATA IL 22 APRILE 1970. L’ECCESSIVA PRESSIONE DELLE NOSTRE ATTIVITÀ SULLE RISORSE DEL PIANETA GENERA UNA INSOSTENIBILE SITUAZIONE DI DEFICIT FINO A GIUNGERE ALL’EARTH OVERSHOOT DAY. ESSO È IL GIORNO IN CUI IL REDDITO ECOLOGICO ANNUALE A NOSTRA DISPOSIZIONE FINISCE E SIAMO COSTRETTI A CHIEDERE UN PRESTITO AL FUTURO, TOGLIENDO CIOÈ RICCHEZZA A FIGLI E NIPOTI. ALLA METÀ DEL SECOLO AVREMO BISOGNO DI UN SECONDO PIANETA, BISOGNA ARGINARE IL SOVRACONSUMO AGENDO SU TECNOLOGIE E STILI DI VITA.

(UNMONDODITALIANI) Il 22 aprile è il giorno in cui l’uomo fa la pace con il pianeta, parole queste dell’ecologo Barry Commoner che ben rappresentano lo spirito che da 40 anni anima l’Earth Day, la giornata mondiale della Terra. L’Earth day per scienziati edecologisti è un'occasione per fare il punto sulle problematiche del pianeta:dall’inquinamento dell'aria, dell’acqua e del suolo, alla distruzione dell’ecosistema, all'esaurimento delle risorse non rinnovabili, alsurriscaldamento del globoe allo scioglimento deighiacci eterni. Nato comemovimento universitario, l'Earth Day è divenuto unevento mondiale che coinvolge la maggior parte dei Paesi. La data della ricorrenza annuale, il22 aprile, è stata ufficializzata per la prima volta dal senatore statunitenseGaylord Nelson al fine di creare una coscienza comune sui problemi ambientali. La prima edizione fu celebrata il 22 aprile 1970 per evidenziare pubblicamente la necessità della conservazione delle risorse naturali della Terra. Da quel giorno la pressione dell'opinione pubblicaha indotto molti governi a introdurre le tematiche ambientali nei loro programmi e i movimenti ambientalisti hanno acquistato una loro dignità sul piano internazionale, non più semplici catastrofisti per partito preso, ma esperti confortati nelle loro teorie da prove scientifiche. Da allora ad oggi si sono moltiplicati i programmi di ricerca e di monitoraggio sullo stato del pianeta, le conferenze internazionali sulle emergenze ambientali, le convenzioni e i trattati multilaterali per limitare l'impatto della nostra specie sui vari ecosistemi. Sono sorte molte organizzazioni, governative e non, impegnate nella difesa dell'ambiente, nello sviluppo del commercio equo-solidale e nelsostegno all'eco-economia. Eppure i risultati ottenuti sono scarsi e sicuramente insoddisfacenti dato che il quadro complessivo della salute del pianeta continua inesorabilmente a peggiorare. Gli organismi delle Nazioni Unite, i centri di ricerca e le accademie scientifiche da anni ammoniscono sugli effetti drammatici delle nostre politiche di sviluppo. Se non poniamo subito rimedio alleeccessive emissioni di CO2 nell’atmosfera, le temperature globali supereranno la soglia dei 2°C in più rispetto all’epoca preindustriale, e molte specie, compreso l’uomo, saranno seriamente in pericolo. I cambiamenti climatici non risparmieranno specie bellissime e maestose, dagli orsi polari alle balene, dagli oranghi ai pinguini, dalla tigre agli elefanti e colpiranno gli ambienti più diversi, dai poli alle savane, dalle profondità dei mari alle barriere coralline, dalle foreste tropicali alle spiagge dove si riproducono le tartarughe marine. L’eccessiva pressione delle nostre attività sulle risorse del pianetagenera inoltre una insostenibile situazione di deficit fino a giungere al cosiddetto Earth overshoot day, ossia l'ora della bancarotta ecologica. Esso è il giorno in cui il reddito ecologico annuale a nostra disposizione finisce e siamo costretti a chiedere un prestito al futuro, togliendo cioè ricchezza a figli e nipoti. Il Global Footprint Network, l'associazione che misural'impronta ecologicadelle varie attività dell’uomo, ha calcolato che lo scorso anno l’overshoot day si è verificato addirittura il 25 settembre. Per millenni l'impatto dell'umanità a livello globale è stato trascurabile, un fattore irrilevante rispetto all'azione prodotta dagli eventi naturali che hanno modellato il pianeta. Nel 1961 metà della Terra era sufficiente per soddisfare le nostre necessità. Con la crescita della popolazionee con la crescita dei consumi (quelli energetici sono aumentati di 16 volte durante il secolo scorso) il quadro è profondamente cambiato. L' Earth overshoot day ogni anno arriva sempre più presto e questo a causa della crescita dei consumi umani. Il primo anno in cui l'umanità ha utilizzato più risorse di quelle offerte dalla biocapacità del pianeta è stato il 1986, ma quella volta il deficit si verificò il 31 dicembre: il danno era ancora moderato. Dieci anni più tardi, a causa di un consumo annuale maggiore del 15% rispetto alla capacità di produzione del pianeta, l' Earth overshoot day cadeva il 21 novembre e nel 2005 il 2 ottobre. Lo scorso anno, a più di due decenni dal primo overshoot la fatidica giornata è caduta il 25 settembre e il nostro livello di sovraconsumo è maggiore del 40% di quanto la Terra riesce a produrre annualmente. Secondo le proiezioni delle Nazioni Unite, se non si prenderanno seri ed impattanti provvedimenti, l'anno in cui il deficit scatterà il primo luglio sarà il 2040. Alla metà del secolo avremo bisogno cioè di un secondo pianeta a disposizione, e visto che è difficile ipotizzare per quell'epoca un trasferimento planetario, bisognerà arginare il sovraconsumo agendo su tecnologie e stili di vita. Come non bastasse oltre la metà di tutte le città del mondo eccede i limiti di inquinamento indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, entro il 2025 due terzi della popolazione mondiale vivrà in Paesi con una moderata oppure rilevante scarsità di risorse idriche e si stima chegli oltre sei miliardi e mezzo di abitanti del pianeta diventeranno 8,9 miliardi nel 2050 ed addirittura 9,7 nel 2100; pensiamoci, almeno oggi. Facciamo la pace con il nostro pianeta, è l’unico che abbiamo a disposizione.

UN MONDO D'ITALIANI -- ITALIAN INTERNATIONAL DAILY MAGAZINE

www.unmondoditaliani.com

Il Giornale Quotidiano Internazionale, già autorizzato nel 2006 dal Tribunale di Campobasso N.2/96, come edizione on line de “LAVOCE DEL POPOLO” e nel 2010 come e-magazine indipendente,diretto da Mina Cappussi,diffuso in ogni angolo del pianeta in cui vi sia una comunità italiana, sede di STAGE FORMATIVI per l’Università Roma Tre,Master post laurea in Scrittura, traduzione e comunicazione nelle professioni del web, del cinema e della televisione, collabora con l’emittente televisiva TRSP con il programmaomonino UN MONDO D’ITALIANI visibile a breve in chiaro e su SKYin tutto il mondo, associato alquotidiano ORA ITALIAdella Patagonia Argentina e all’emittente radiofonica pubblica del sud America, Radio Nacional. Nata comeLRA, Estación de Radiodifusión del Estado, ha trasmesso per la prima volta il 6 Luglio 1937dall’ufficio di Posta e Telegrafia nella città di Bs.As.Oggi è più conosciuta come Radio Nacional e trasmette da Viedma a Ushuaia, da Bs. As a Formosa;ha sottoscritto un accordo con Radio Emilia Romagna,RER, per il programma Ora Italia su 93.5 FM

Da oggi UN MONDO D’ITALIANI E TRSP A SERVIZIO DELLA GENTE: OGNI GIORNO.

Nei prossimi giorni, su TRSP, il programma televisivo settimanale UN MONDO D’ITALIANI in collaborazione con questo magazine.

www.oraitalia.blogspot.com

Ora Italia el programa de radio de los italianos en la Patagonia.

Producido y realizado por la Asociación Emiliano Romagnola de la Comarca Viedma Carmen de Patagones.

En convenio con "Un Mondo di Italiani" el periodico online del Molise y con la "Radio Emilia Romagna" la radio de la Región en Podcast.

scrivi a minacappussi@gmail.com

facebook: mina Cappussi

Iscriviti al gruppo facebook: Un Mondo d’Italianihttp://www.facebook.com/group.php?gid=37063563859