3.5.11

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Salve a tutti gli ascoltatori di Ora Italia! Finite le feste pasquali siamo di ritorno con una nuova puntata delle "Cartoline dall'Emilia Romagna", l'appuntamento periodico con gli eventi ed i paesaggi emiliano-romagnoli realizzato dallo Staff di Turismo Emilia Romagna.

 Questa settimana, però, per vedere meglio la cartolina tocca mettersi a naso all'insù. Già, perché stavolta la strada ci porta sulla spiaggia di Cervia, poco lontano da Ravenna, dove dal 22 Aprile al 1 Maggio si tiene il "Festival Internazionale dell'Aquilone", uno dei raduni di aquilonisti più importanti al mondo.
L'idea originaria del Festival è venuta nel 1981 al pittore Claudio Cappelli, che cercava un modo poetico per celebrare il connubio tra aria e vento, e per veicolare i valori di tolleranza, pace e rispetto delle diversità. E nei trenta anni successivi la rassegna ha continuato a crescere nel rispetto dell'intuizione iniziale, alimentandosi dell'esperienza visionaria di migliaia di artisti di ogni provenienza ed inclinazione, ed attirando sulla spiaggia cervese decine di migliaia di amatori e appassionati.

E anche l'edizione 2011 non sta tradendo le aspettative. Come in un grande laboratorio en plein air, il Festival propone dimostrazioni di volo libero, installazioni eoliche, mostre e laboratori didattici per i più piccoli, oltre all'ormai tradizionale "Fiera del vento" in cui appassionati e curiosi scambiano fili tele e ogni sorta di altro strumento capace di volare.

Gli appuntamenti sono tanti, così tanti che non ci riesce elencarveli tutti. L'unica eccezione la facciamo per "La Notte dei Miracoli", la performance collettiva che si tiene sulla spiaggia di Pinarella Sabato 30. In questa occasione gli artisti ospiti della manifestazione levano tutti insieme i propri aquiloni verso il cielo in un gioco unico di luci e suoni, accompagnando il pubblico in un suggestivo atto di tributo al mare e alla natura. 
    Ma non finisce qui perché l'edizione di quest'anno riserva agli appassionati anche una nuova, straordinaria attrazione. Infatti in anteprima mondiale, e fresco di Guinness dei Primati, arriva nei cieli di Cervia Mega Ray, l'aquilone più grande del mondo. L'enorme volatile, commissionato dallo sceicco del Kuwait Abdulharam Al Farsi e disegnato dall'ingegnere neozelandese Peter Lynn, conta su una vela di ben 1250 metri quadrati, per 150 metri di lunghezza e 75 di larghezza. Vederlo mentre si libra sulla pineta di Cervia è veramente uno spettacolo.


Ma adesso allontaniamoci per un istante dalla spiaggia, e andiamo alla scoperta dell'abitato di Cervia. La cittadina, anticamente conosciuta con il nome di Ficocle, fu fondata probabilmente da un gruppo di coloni greci stabilitisi qui per sfruttare la coltivazione del sale, poi distrutta dall'esarca Teodoro nel 709 d.C. e infine fu ricostruita nella sua forma attuale da Papa Innocenzo XII nel 1697.
Secondo la leggenda, il nome della cittadina verrebbe da un fortuito incontro tra uomo e natura. Si racconta infatti che, quando il borgo era interamente circondato dai boschi e foreste, uno dei maggiori frequentatori di questi luoghi fosse il vescovo di Lodi. Un giorno, durante una passeggiata, quest'ultimo avrebbe incontrato all'ingresso della pineta un Cervo e l'animale, riconoscendo nel prelato un funzionario di Dio, gli si sarebbe inginocchiato dinanzi in segno di devozione. Il racconto si è tramandato nei secoli, e ha lasciato tracce così profonde che ancora oggi sullo stemma della città compare un cervo dorato inginocchiato su terreno verde.
Ma torniamo alla nostra visita. Cervia come oggi la conosciamo fu edificata fra il 1698 e il 1714 secondo la caratteristica struttura rettangolare, con due porte di accesso rivolte una verso nord e l’altra verso sud ed un fitto reticolo di abitazioni che fungevano da dimora per i lavoratori delle saline.

Perno della pianta quadrangolare della città è Piazza Garibaldi, su cui si affacciano la Chiesa Cattedrale, terminata nel 1702, e il Palazzo Comunale. Il Palazzo Comunale conserva, murata sul lato verso Piazza Pisacane, la Pietra delle Misure, un monolito seicentesco dove sono indicate tutte le misure a cui dovevano attenersi gli abitanti di Cervia nei loro commerci. 
In Piazza Pisacane, conosciuta anche come Piazza delle erbe troviamo anche l’Antica Pescheria risalente all'Ottocento, oggi sede di esposizioni temporanee. Di notevole importanza architettonica anche i magazzini del sale, costruiti nel 1691 sul bordo di quello che è oggi il Porto Canale. Si tratta di edifici in mattoni assai maestosi e funzionali, capaci di contenere fino a 13 mila tonnellate di sale e per questo vitali per la vita e l'economia della città lungo tutta la sua storia.

Già, il sale. In effetti la storia di Cervia è legata indissolubilmente alla produzione dell'oro bianco, da sempre fonte di sostentamento e progresso per le popolazioni locali. Avviata già durante l'età etrusca, la lavorazione del sale è proseguita intatta fino ad oggi, facendo del "Sale di Cervia" uno dei prodotti più noti e popolari del nostro paese.
Ed ancor oggi all'interno della Riserva Naturale Salina di Cervia troviamo sia lo stabilimento industriale di produzione del sale sia l'antica Salina Camillone, dove si seguita a raccogliere artigianalmente con il "metodo cervese".
Il sistema tradizionale di produzione artigianale a raccolta multipla, detto poi "cervese", si adattava infatti perfettamente alle condizioni climatiche dell'alto Adriatico, meno calde e più piovose di quelle del Mediterraneo meridionale, dove sono situati gran parte degli altri impianti saliferi e, non a caso, questo metodo si praticava solo a Cervia! La raccolta avveniva ogni giorno: ogni salinaio suddivideva il proprio bacino di raccolta, l'ultimo dopo diversi passaggi nelle vasche di evaporazione, in cinque piccoli settori. Ogni giorno raccoglieva il contenuto di un settore e, in cinque giorni, esauriva tutto il sale depositato. La settimana successiva ricominciava dalla raccolta del sale del primo settore che, nel frattempo, se non aveva piovuto, si era riformato e depositato.

Il risultato di tale processo è il famosissimo "sale dolce" di Cervia, così chiamato non perché abbia minore capacità salante, ma per via della più limitata presenza dei sali amari, come i solfati di magnesio, di calcio, di potassio e il cloruro di magnesio. Praticamente tutte quelle sostanze che forniscono al sale quel retrogusto tendente all'amaro e meno gradito al palato.

Le tradizioni di Cervia sono tutte legate alle sue origini marinare e salinare e sono ancora tutte particolarmente sentite e vissute grazie alle numerose rievocazioni storiche che la città propone. Tra le feste più sentite non solo dai cervesi, ma anche dai numerosi turisti che annualmente visitano la città, troviamo lo Sposalizio del Mare e la Festa di San Lorenzo.

Giovanni - Staff TER

n.d.r. brano: Il cielo è sempre più blu (R. Gaetano)