11.3.13



Alzi la mano chi vorrebbe fare un viaggio su e giù per l'Italia degustando le più buone ed esquisite bontà della cucina italiana!
Noi saremmo, sicuramente, i primi a iscriverci nella lista di partenza!! :-) 
Ma se vi diciamo che questo viaggio è possibile anche senza muoverci, ci credete? 

Grazie al libro "Un sogno chiamato Italia" di Renato Di Carlo questo viaggio è possibile. Ci si butta dentro ad un pullman attraverso
l'Italia alla ricerca di tradizioni antiche e talvolta dimenticate, con tappe in ogni regione.... arrivando in Abruzzo e trovandoci ad ascoltare quella pronuncia diversa che ci assicura: "gli arrosticini d'agnello che mangierete qua, vi assicuro, non li troverete in nessun altra parte del mondo".
Ed è vero, l'identità del belpaese si costruisce anche (e se parliamo d'Italia, potremmo dire anche e SOPRATTUTTO) in base alla cucina. Le radici e la tradizione nella quale esse stesse affondano sono l'intreccio di tanti profumi.  

Come ci raccontai Renato durante l'intervista, dentro al libro si possono trovare ricette nella loro forma antica o rivisitate con delle puntuali descrizioni che diventano di volta in volta la soluzione e la prosecuzione di un mistero in cui vista, olfatto e gusto si mescolano alla storia e alla memoria. 


L'autore... 
Lo Chef Renato Di Carlo nasce ad Arielli, in provincia di Chieti, il 12 agosto 1956 da contadini abruzzesi. I suoi genitori per motivi economici negli anni Sessanta emigrano in Germania. Renato con le sue tre sorelle Floriana, Bruna e Caterina furono affidati alla zia paterna Caterina che abitava con loro. Nel novembre del 1976 lascia il paese per recarsi nella zona alberghiera di Montesilvano, in provincia di Pescara, dove frequenta per due anni corsi di cucina presso la Scuola Alberghiera Regionale. La voglia di migliorare e apprendere l’arte della cucina lo porta a girare il mondo (dall’Alaska a Capo Horn, fino ad arrivare in Oceania) e al nascente desiderio di raccontare tutto ciò che ha visto e appreso. Nel 1981 si sposa con Patrizia Ciargiaglini e nascono Lorenzo e Alessio. Il 1989 è l’anno del suo primo imbarco, grazie all’interessamento del comandante Cicolini suo concittadino, su una nave da crociera, l’Eugenio Costa allora ammiraglia della Costa Crociere.
     Segue il Costa Riviera che navigava nei Caraibi e poi tante altre navi della stessa compagnia come il Costa Classica nel suo viaggio inaugurale del 1992. Poi si imbarca per altre compagnie, come la Princess Cruises nel 1998. Sempre nello stesso anno supera con successo il corso sulla Regal Princess: il Galley Staff Training Course, un certificato che la compagnia rilascia, dopo un attento esame, solo a chi ha i requisiti per lavorare come cuoco sulle loro navi, non solo professionalmente. Nel 2000 si diploma come Cuoco di bordo, certificato rilasciato dal Ministero della Marina Mercantile Italiana, equivalente al grado di Sottufficiale.
Ha sempre alternato il suo lavoro a bordo e in vari ristoranti o alberghi, sia in Italia sia all’estero. 
Ha smesso di navigare nel 2007. Oggi abita con la sua famiglia a Silvi Marina, in provincia di Teramo. 



E come un primo assaggio... Renato ci regala la ricetta del Brodetto di pesce ala Vastese.


http://www.brodettoecontorni.it/img/image/brodetto.jpg
Brodetto di pesce alla Vastese 

Ingredienti: 
1) Innanzitutto, procuratevi un chilo di pesce misto,
affidandovi al vostro rivenditore di fiducia, ma attenti
a non far mancare le pannocchie “cicale di
mare”. Acquistate possibilmente presso i contadini
dei mercati rionali dei bei pomodori maturi, di quelli
che hanno ancora il sapore e il profumo della campagna.
Ne occorre all’incirca mezzo chilo. Acquistate
anche qualche peperone rosso e del peperoncino
piccante di quelli “cattivi” da lasciare senza fiato e
da maneggiare con cura, poi dell’aglio con un mazzetto
di prezzemolo.
Ora passiamo alla fase più bella della ricetta, il procedimento,
in altre parole la preparazione fino alla fase finale. Bene! Gli
ingredienti ci sono tutti? Ricontrollate bene: è inutile dirvi che
occorre anche del sale, ciò dipende da voi e dai vostri gusti
personali, ma il sale è ingrediente che spesso può decidere della
buona riuscita o meno di un piatto. Meglio cominciare aggiungendolo
un po’ alla volta fino a che si acquisirà la pratica
necessaria.

Procedimento: 
1) Pulite il pesce e lavatelo, non più del necessario
altrimenti perde tutto il sapore del mare. Lasciatelo
intero, con le teste. Casomai nel pesce che vi ha
consigliato il vostro rivenditore vi fossero anche
delle vongole, in altre parole, come dicono i pescaresi,
“lì paparazz” (“paparazzi” in italiano: la parola
deriva da uno dei dialetti abruzzesi e solo in seguito,
grazie a Flaiano e Fellini, è entrata a far parte del
linguaggio quotidiano nell’accezione di “fotografo a
volte importuno”), esse vanno prima lavate e poi
lasciate per una notte in acqua con del sale, per fare
in modo che tutta la sabbia fuoriesca dal loro interno,
dopo di che vanno lavati di nuovo, in modo che
siano pronti all’uso. Questo non è un consiglio, ma
un’indicazione essenziale, sempre valida quando si
ha voglia di mangiare delle vongole.
2) Lavate i pomodori, tagliateli, togliete la parte
dura, lavate il prezzemolo e tagliatelo ma non troppo
fino, fategli un taglio “alla carlona”, cioè grossolano.
Pulite l’aglio e affettatelo e fate la stessa cosa
anche al peperone, dopo averlo lavato.
3) Ora prendete la famosa “tijella” e a freddo aggiungeteci
abbondante olio, aglio, prezzemolo, pomodoro,
peperone e peperoncino, tutti i pesci più grandi,
quelli che richiedono più tempo di cottura, comprese
le famose vongole e, se lo ritenete opportuno, qualche
cozza. Solo alla fine aggiungete un po’ d’acqua
per il sale e lasciate riposare il tutto.
4) Una volta preparato tutto il contenuto nel coccio,
ponetelo sul fuoco a fiamma moderata. A mano a
mano, durante la cottura, aggiungete il resto del
pesce acquistato, in ordine decrescente di durezza.
Di tanto in tanto, scuotete il tegame delicatamente
per non fare attaccare il tutto, ma evitate di toccare
il pesce con una paletta e di girarlo; aggiustate il
gusto con il sale e coprite con un coperchio.
5) nel frattempo, visto che non occorre sorvegliare a
vista la cottura, tagliate delle fette di pane e fatele
tostare, magari su una griglia o al forno, sbucciate
ancora qualche spicchio d’aglio e, una volta che il
pane è tostato, strofinatecelo sopra. Poggiate il pane
in un cestino o sopra un piatto con un tovagliolo
pulito e copritelo.
6) ritorniamo al brodetto: dall’inizio della bollitura
deve trascorrere una quindicina di minuti, o anche
qualcosa in più, a seconda del tipo di pesce adoperato.
Prima di toglierlo dal fuoco, controllate il sapore
e la cottura: appena pronto, servite con le bruschette.