28.10.09

UNA PREZIOSA OPERA SULL’EMIGRAZIONE, NATA CON L'INTENTO DI FORNIRE AI CITTADINI ALTAVILLESI NOTIZIE E DOCUMENTAZIONE RELATIVA ALL'EMIGRAZIONE ALTAVILLESE IN USA TRA LA FINE DEL 1800 E I PRIMI DECENNI DEL 1900. SI TRATTA DI UNA RACCOLTA DI DOCUMENTI E DATI RACCOLTI, DIGITALIZZATI E CRONOLOGICAMENTE ARCHIVIATI. IL LIBRO, PUBBLICATO NEL 2006, E' STATO RISTAMPATO DALLA REGIONE CAMPANIA NEL 2008. IL VOLUME, NON IN VENDITA, È STATO DISTRIBUITO GRATUITAMENTE DALL’AUTORE AI CITTADINI ALTAVILLESI, ALLE ASSOCIAZIONE E ALLE BIBLIOTECHE CHE NE HANNO FATTO RICHIESTA. E’ IMPRESSIONANTE SCOPRIRE COME PER QUESTI ALTAVILLESI, E GLI ITLAIANI EMIGRATI IN GENRE, LE VICISSITUDINI, I SACRIFICI E LE ESPERIENZE VISSUTE COINCIDANO, IN MODO QUASI PERFETTO, AL FENOMENO MIGRATORIO AL QUALE ASSISTIAMO ATTUALMENTE
La pubblicazione presenta, nella prima parte, una panoramica nazionale del fenomeno migratorio descrivendo le cause che l’hanno scatenato e le caratteristiche con le quali si è manifestato. La descrizione non poteva essere omessa in quanto gli aspetti e le vicissitudini che hanno caratterizzato il fenomeno sono comuni a tutti coloro i quali sono stati coinvolti.
Nella seconda parte, invece, viene presentato e descritto il movimento migratorio altavillese, proponendo anche documenti dell’epoca che vogliono dare testimonianza in merito “all’insediamento” altavillese in USA e i rapporti mantenuti con il paese natìo.
“L’idea – spiega l’autore, Bruno di Venuta, laureato in Scienze dell’Informazione, il quale vive e lavora a Roma come progettista di sistemi informativi - nasce nel 2002 quando navigando in Internet, alla ricerca di notizie relative a miei parenti emigrati in USA agli inizi del novecento, riscontro che in diversi archivi statunitensi, ed in particolare in quello di Ellis Island, trovo informazioni relative a numerosi cittadini altavillesi che, in cerca di un degno lavoro nelle terre americane, sono sbarcati su questa isola alle porte di NewYork tra il 1876 ed il 1930 . Trovo inoltre, su altri archivi, che numerosi cittadini americani sono alla ricerca delle proprie origini italiane; tra di essi qualcuno chiede informazioni sui propri avi altavillesi emigrati verso la fine del 1800. Continuando nelle ricerche presso archivi comunali ed intervistando alcuni concittadini altavillesi, sono riuscito a mettere insieme una documentazione, che mi auguro possa essere ulteriormente arricchita con nuove informazioni, dalla quale emerge che nostri concittadini hanno vissuto momenti di vita simili, e sicuramente anche più duri, di quelli che oggi la televisione fa vedere in merito alla immigrazione di cittadini extracomunitari. L’acquisizione di tutte queste informazioni mi ha spinto ad allargare le conoscenze sull’argomento scoprendo che la regione Campania, ed in particolare la provincia di Salerno, sono stati notevolmente interessati dal fenomeno migratorio che si è sviluppato in Italia tra il 1876 ed il 1930.
Diversi altavillesi, che erano riusciti a mettere qualcosa da parte per vivere tranquillamente o investire in Italia, negli anni successivi sono ritornati ad Altavilla; tanti altri, invece, dopo aver realizzato quanto era stato prospettato alla partenza, sono rimasti in USA dove sono stati poi raggiunti dalla propria famiglia. Questi ultimi hanno sempre mantenuto contatti con i parenti altavillesi, contatti che però con il passare degli anni e con i cambi generazionali si sono allentati o addirittura interrotti. Infatti tra le famiglie da me censite solo qualcuna ha ancora oggi rapporti diretti con i propri discendenti. L’obiettivo di questa pubblicazione è proprio quello di favorire il recupero ed il mantenimento dei contatti con gli americano-altavillesi al fine di rafforzare la propria identità e rinsaldare i rapporti con la terra di origine. “
Il sito www.divenuta.it presenta l’archivio realizzato da Bruno Di Venuta, che contiene, oltre ai nominativi dei cittadini emigrati, anche le informazioni e le foto d’epoca di tanti altavillesi in terra d’America.
(La foto della stazione ferroviaria è tratta da "Segni dell'Emigrazione" di Tiziana Grassi e Catia Monacelli con la collaborazione di Giovanna Chiarilli)
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