13.3.10

Forte adesione nelle aziende, nel pubblico impiego e nelle scuole della regione per la mobilitazione nazionale indetta dal sindacato. Quindicmila persone in corteo a Bologna, 10000 a Reggio e 7000 a Modena. Per dire no ai licenziamenti, all'aumento delle tasse e agli attacchi all'articolo 18

13 MAR. 2010 - Quindicimila manifestanti a Bologna, quasi un milione in tutta Italia e un'adesione nel settore dei trasporto pubblico dell'Emilia-Romgana che si aggira tra il 70 e l'80 per cento. Sono questi alcuni dei numeri che riguardano lo sciopero generale nazionale indetto dalla Cgil nella giornata di ieri: si tratta di cifre di tutto rispetto, che consentono di dire che la scommessa in solitaria fatta dal sindacato è stata vinta. Dopotutto, in ballo c'erano tempi largamente condivisi nell'intero paese, come la richiesta di affrontare la crisi e fermare i licenziamenti, di ridurre le tasse per lavoratori e pensionati e difendere l'articolo 18 dello statuto dei lavoratori.

Solo a Bologna e provincia, in mattinata, sono stati organizzati 6 cortei.
Il più numeroso è partito dai cancelli delle ex fonderie Sabiem ed è arrivato simbolicamente nella sede dell'Agenzia delle entrate, La Cgil chiede infatti che venga erogato in busta paga e nelle pensioni un bonus di 500 euro per dare ossigeno a chi paga più tasse. E' necessario infatti, secondo il sindacato, ridurre gli effetti della crisi: "Nel 2010 saranno più di 500 le aziende che vedranno esaurirsi gli effetti della cassa integrazione, 5.900 i lavoratori che usciranno dalle liste di mobilità e 500 imprese in regione che finiranno la Cigs legando il loro destino a più di 25.000 lavoratori", ha detto il sgretario della Cgil bolognese Cesare Melloni, ricordando la difficile situzione dell'Emilia-Romagna.

Tra le ragioni della protesta, anche la difesa dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori, che secondo il sindacato sarebbe messo in pericolo dalle nuove norme sull'arbitrato. Tanta preoccupazione poi nel settore metalmeccanico: "Ci problemi alla Kpm, alla Castellini, alla Reno Presse - ha sottolineato Bruno Papignani, segratario provinciale della Fiom - E in più questa modifica, questa legge che spazza via l'articolo 18 per i lavoratori metalmeccanici, è una cosa inaccettabile. Quindi questo è solo un inizio, non è una fine: partiremo con altri scioperi".

A Reggio Emilia si è svolta, a partire dalle 10, una partecipata manifestazione con un lungo corteo che ha percorso tutta la via Emilia, da viale Montegrappa a piazza Gioberti, concludendosi in piazza della Vittoria. In testa c'erano le lavoratrici del Gruppo Mariella Burani di Cavriago, seguite dai dipendenti di Comer Industries e dagli striscioni di tantissime Rsu aziendali ed Enti, oltre alle categorie della Cgil. Diecimila i partecipanti alla manifestazione provinciale, secondo le stime della Camera del Lavoro. E adesioni molto alte nelle diverse realtà della pronvincia, a partire dal Comune di Reggio, dove le astensioni dal lavoro hanno toccato quota 80%.

La manifestazione è stata conclusa da Vera Lamonica, segretaria nazionale Cgil. "La crisi non è finita e non si risolve sperando semplicemente che passi la nottata - ha detto - Le manifestazioni che si stanno svolgendo in tutta Italia sono anche la risposta al 'Collegato lavoro' approvato dal Parlamento, alla grave e profonda violazione dei diritti che quel provvedimento porta con sé, aggravata dalla decisione di ieri di sottoscrivere da parte di Governo, Cisl, Uil e Confindustria un 'Avviso comune' separato che disvela i reali contenuti e i pericoli insiti in quella legge".

In Piazza Grande a Modena, invece, si sono radunate circa 7mila persone.
Ma molti di più sono stati quelli che hanno scioperato nelle aziende, nel pubblico impiego, nelle scuole. La stima supera l'80% e l'astensione ha riguardato diverse fabbriche importanti. Almeno il 50% delle scuole chiuse, come anche molti uffici pubblici; adesione intorno al 50% anche nelle strutture sanitarie pubbliche. E tra le richieste rivolte al Governo c'è anche la regolarizzazione dei migranti che lavorano.

Molto alta, infine, l'adesione del personale addetto ai trasporti.
A Bologna molti autobus sono entrari nei depositi dalle 8,30 alle 12,30 con conseguenti disagi per i cittadini. All'aeroporto marconi 24 voli erano stati cancellati già ieri in modo preventivo, sulla base delle stime dell'adesione allo sciopero. I treni regionali delle Ferrovie dell'Emila-Romagna, poi, sono rimasti fermi nelle stazioni dalle 9 alle 13 per la mancanza di personale, dai macchinisti agli addetti alla sicurezza. E dalle 14 alle 18 è toccato alle Ferrovie dello Stato.

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