1.6.11

"Ho sempre pensato che nella storia d’Italia e nella storiografia soprattutto ci fosse una grande parentesi che è la storia dell’emigrazione italiana: ecco perché abbiamo colto l’occasione del 2011, 150° anniversario dell’Unità d’Italia, per lasciare un segno, legandolo al museo dell’emigrazione. Da qui è nata l’idea di un francobollo"
 
Così il sottosegretario agli Affari Esteri, Alfredo Mantica, nel presentare oggi alla Farnesina il francobollo celebrativo del Museo Nazionale dell’emigrazione italiana (MEI). Con lui il Presidente della Commissione Filatelica Di Stasi, intervenuto al posto del Ministro dello Sviluppo Economico Romani, e Marisa Giannini, Responsabile filatelia poste italiane, ai quali è andato il sentito ringraziamento del sottosegretario.
"Devo ringraziare Di Stasi e tutti i suoi collaboratori – ha detto Mantica – perché noi abbiamo avuto l’idea, ma il plauso alla qualità del francobollo non dovete farlo al Ministero Affari Esteri, dovete farlo alle Poste Italiane, che sono state bravissime e hanno fatto un lavoro splendido".
La realizzazione di questo piccolo simbolo, è stato sottolineato questa mattina, corona il lavoro del Ministero degli Esteri iniziato con l’istituzione e l’inaugurazione del primo Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana il 23 ottobre 2009, al Vittoriano.
L’emissione filatelica, oggi 1 giugno, si riempie di ulteriore significato rientrando nell’ambito delle celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia. "L’emigrazione è anche successo", ha affermato Mantica. "Oggi, dopo 150 anni dall’unità d’Italia, abbiamo molte persone di origine italiana che hanno avuto un grande successo, ci sono grandi imprenditori che hanno oramai un grande ruolo nelle società in cui vivono, l’ultima di questi giorni è l’aver appreso che la ricostruzione di "Ground Zero" a New York avviene attraverso un’impresa canadese con un nome tipicamente italiano, perché è di origine italiana il costruttore.  È una piccola soddisfazione, ma fa parte anche questa della storia".
Eppure la vignetta del francobollo rappresenta persone comuni di fine ‘800, in attesa, al porto di Livorno, di una nave che li porterà lontani dall’Italia in cerca di fortuna: un donna che allatta un bambino, chi riposa accovacciato sul proprio fagotto riempito dei pochi averi, gli uomini, tutti col capo coperto, che chiacchierano, le navi sullo sfondo. L’immagine stampata è una riproduzione del dipinto di Angiolo Tommasi realizzato nel 1896 dal titolo "Gli emigranti" e custodito nella Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma.
Lo stesso sottosegretario ha sottolineato che l’emigrazione italiana è stata un processo di lacerante dolore che non può e non deve essere dimenticata, soprattutto in un anno, come il 2011, di grandi celebrazioni, nelle quali rientra a pieno titolo anche la pagina dell’emigrazione.
Quest’ultima, ha aggiunto il sottosegretario, è mutata nel tempo: è drasticamente diminuita sotto il profilo numerico ed è cambiata radicalmente nelle caratteristiche intrinseche, ma continua in un contesto di globalizzazione. La riflessione che oggi fa Mantica è che nel nuovo millennio siamo diventati tutti cittadini del mondo e l’Italia è diventata a sua volta da decenni terra di immigrazione. Il francobollo è quindi dedicato e rappresenta un ringraziamento ai connazionali italiani emigrati tanto tempo fa, a chi oggi si trova all’estero, ma anche ai milioni di immigrati in Italia ai quali è stata dedicata anche una sezione del MEI.
Il francobollo dal valore di 0,60 euro (acquistabile al costo di 15 euro), ha una tiratura di due milioni e mezzo di esemplari: "cerchiamo di diffonderlo presso e attraverso consolati e ambasciate italiani – ha auspicato Mantica - segno per loro e mi auguro anche un segno nella memoria del Ministero Affari Esteri e nella storia della filatelia italiana. Speriamo che si sappia il più possibile che esiste questo francobollo. Poi – ha aggiunto - lo invieremo a tutti i parlamentari di Camera e Senato".
Un modo, quest’ultimo, per richiamare ulteriore attenzione verso la commemorazione dell’emigrazione italiana e verso il Mei che ieri, ha ricordato Mantica, è stato visitato anche dal Primo Ministro australiano.
Concludendo, Mantica ha voluto accennare anche all’importanza che il francobollo avrà per i collezionisti, tra i quali ha annoverato con simpatia il collega Giovanardi.
Nel suo intervento, Di Stasi ha ricordato i numeri di quello che dal 1861 fu un vero e proprio esodo di italiani all’estero, più di 24 milioni di partenze. La Responsabile Filatelia di Poste Italiane, Giannini, ha invece sottolineato come la stessa corrispondenza, e quindi le poste, sia stata fondamentale nel tempo per mantenere i contatti e i legami con gli italiani oltreoceano. Il Segretario Generale del Ministero degli Affari Esteri, Giampiero Massolo, anch’egli presente oggi, vede invece nella realizzazione del francobollo un segno dell’impegno che assume tre sfumature: di cuore, per la sensibilità di ricordare pagine dolorose ma fondamentali del nostro passato, l’impegno degli stessi italiani all’estero, veicolo eccezionale di promozione del nostro paese, e un impegno anche pratico-logistico per aver ideato e concretamente realizzato l’iniziativa.
Il francobollo può essere acquistato presso gli uffici postali e gli sportelli filatelici del territorio nazionale, gli "Spazio Filatelia" di Roma, Milano, Venezia, Napoli, Trieste e Torino e sul sito internet www.poste.it.  
(chiara padellaro\aise.it)