20.12.11


Un caro saluto a tutti gli ascoltatori di Ora Italia!  
Le feste stanno per arrivare e oggi vogliamo portarvi alla scoperta della tradizione natalizia sulle tavole dell'Emilia Romagna, con qualche leggenda simpatica sull'origine dei piatti! Sarà difficile farvi arrivare via radio gli odori e i sapori dei piatti, ma siamo sicuri che con la mente potrete fare un viaggio goloso tra queste delizie!

Il piatto forte del giorno di Natale nella tradizione emiliano romagnola sono senza dubbio i tortellini o cappelletti in brodo. Quelli più famosi al mondo seguono la ricetta dei tortellini alla bolognese . Sull'origine di questo piatto esistono diverse leggende…
Una tra queste fa nascere questo piatto a Castelfranco Emilia ad opera del proprietario della locanda Corona, il quale, sbirciando dal buco della serratura della stanza di una nobildonna sua ospite e rimasto tanto colpito dalla bellezza del suo ombelico, volle riprodurlo in una preparazione culinaria.
Un'altra variante della storia trae spunto dalla "Secchia rapita" del Tassoni e racconta di come ai quei tempi, una sera dopo una giornata di battaglia tra bolognesi e modenesi, Venere, Bacco e Marte trovarono ristoro presso la locanda Corona. La mattina seguente Marte e Bacco si allontanarono dalla locanda lasciando Venere dormiente; questa, al risveglio, chiamò qualcuno e il locandiere che accorse la sorprese discinta e rimase tanto impressionato dalle sue splendide forme che tornato in cucina con ancora in testa ciò che aveva visto, strappò un pezzo di sfoglia, lo riempì e ripiegò dandogli la forma dell'ombelico della dea.
Non solo tortellini, come detto, vi sono anche altre versioni di certo non meno appetitose, come quella dei cappelletti alla reggiana oppure quella dei cappelletti alla romagnola.
Essendo una ricetta molto diffusa al giorno d'oggi su ampia base territoriale, molte tradizioni locali reclamano la primogenitura di questo piatto; sicuramente l'area di origine, comunque, è l'Italia centro settentrionale. Risulta perciò arduo tracciare una linea genealogica chiara. La prima traccia scritta certa è quella della ricetta reggiana che risale attorno al 1200, in uso, forse, anche presso i lombardi Gonzaga, nella quale si prevedeva l'uso della carne di manzo o vitello (e non di maiale come oggigiorno), trito di rosmarino e aglio, burro, cipolla, l'equivalente dell'epoca del Parmigiano-Reggiano, farina e uova.
In dialetto romagnolo i cappelletti sono detti caplèt. I cappelletti sono un piatto natalizio d'obbligo in tutta la Romagna. Pellegrino Artusi, nel suo "La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene", descrive la ricetta dei "cappelletti all’uso di romagna con carne di maiale" (ricetta n. 7), con ripieno a base di ricotta (o ricotta e raviggiolo), petto di cappone o lombata di maiale, da cuocere nel brodo di cappone.

Come secondo piatto di portata è servito il bollito accompagnato da salsine a piacimento, come la salsa verde della bassa reggiana  o la salsa verde di melanzane, secondo una ricetta tipica dell’entroterra ravennate, oppure la sfiziosa salsa antica della tradizione contadina modenese, o la salsina per il lesso della nonna, ricetta originaria di Parma, mentre i più golosi possono sempre optare per la mostarda dolce.
Sulle tavole modenesi a Natale si gusta anche lo zampone. Secondo la tradizione lo zampone fu creato agli inizi del Cinquecento dai cittadini della corte dei Pico di Mirandola per meglio conservare la carne dei maiali, durante il lungo assedio alla città da parte delle truppe di Papa Giulio II della Rovere. Secondo la leggenda tutti i maiali furono macellati per evitare che cadessero nelle mani degli invasori e le loro carni, macinate e insaccate nelle zampe dei suini, diedero vita ad un originalissimo prodotto tipico che ebbe grande successo nei secoli a venire. Nelle zone limitrofe infatti il prodotto iniziò a diffondersi verso la fine del '700, di pari passo con lo sviluppo dell'allevamento suino e dell'industria salumiera.

Il dolce classico su tutte le tavole d'Italia è di sicuro il panettone! Ma anche in Emilia Romagna si gustano diversi dolci tipici, come la versione modenese del Pane di Natale, che si presenta come un bellissimo pane color moro lucido che va servito tagliato a rettangoli di misura poco più grande di un biscotto. Si gusta da solo o, meglio, accompagnato dai tipici amaretti e da rettangolini di spongata spolverizzata con zucchero vanigliato.


Ma i dolci natalizi non finiscono qui. Fra le ricette della tradizione che abbiamo selezionato sul sito www.emiliaromagnaturismo.it c'è anche la Tortadi Natale della nonna Albertina, dolce bolognese delle feste natalizie, o i Tortelli di Natale  in versione al forno o fritti, dolci originari della zona di Modena e Reggio Emilia con ripieno di crema pasticcera o marmellata o pesto natalizio.

E per concludere in allegria il pranzo di Natale, un sorso di Vov secondo la ricetta ravennate per le grandi occasioni, come Natale e Capodanno, servito in piccoli bicchierini.

Speriamo di avervi fatto cosa gradita, e soprattutto di avervi fatto venire appetito, presentandovi quello che tra pochi giorni si gusterà sulle tavole emiliano romagnole… E se vi abbiamo fatto venire in mente dei bei ricordi legati ad alcuni di questi piatti potete condividerli con noi su www.chefditer.it, dove potete trovare una raccolta di ricette e di racconti legati al cibo in Emilia Romagna!

Noi tutti dello staff di TER auguriamo a voi ascoltatori di Ora Italia e alla conduttrice Magalì Pizarro di trascorrere un buon Natale e gli auguri per un felice e sereno anno nuovo!

Ci vediamo, o meglio, sentiamo, il prossimo anno!


Nicholas - Staff TER 

nd.r: Brano musicale "Massena Christmas Party" - Mario Biondi, Laura Pausini, Tiziano Ferro e Giorgia.