Un caro saluto a
tutti gli ascoltatori di Ora Italia!
Le feste stanno per arrivare e oggi vogliamo portarvi alla scoperta della tradizione natalizia sulle tavole dell'Emilia Romagna, con qualche leggenda simpatica sull'origine dei piatti! Sarà difficile farvi arrivare via radio gli odori e i sapori dei piatti, ma siamo sicuri che con la mente potrete fare un viaggio goloso tra queste delizie!
Le feste stanno per arrivare e oggi vogliamo portarvi alla scoperta della tradizione natalizia sulle tavole dell'Emilia Romagna, con qualche leggenda simpatica sull'origine dei piatti! Sarà difficile farvi arrivare via radio gli odori e i sapori dei piatti, ma siamo sicuri che con la mente potrete fare un viaggio goloso tra queste delizie!
Il piatto forte del
giorno di Natale nella tradizione emiliano romagnola sono senza
dubbio i tortellini o cappelletti in brodo. Quelli più
famosi al mondo seguono la ricetta dei tortellini alla bolognese
.
Sull'origine di questo piatto esistono diverse leggende…
Una tra queste fa
nascere questo piatto a Castelfranco Emilia ad opera del proprietario
della locanda Corona, il quale, sbirciando dal buco della serratura
della stanza di una nobildonna sua ospite e rimasto tanto colpito
dalla bellezza del suo ombelico, volle riprodurlo in una preparazione
culinaria.
Un'altra variante
della storia trae spunto dalla "Secchia rapita" del Tassoni
e racconta di come ai quei tempi, una sera dopo una giornata di
battaglia tra bolognesi e modenesi, Venere, Bacco e Marte trovarono
ristoro presso la locanda Corona. La mattina seguente Marte e Bacco
si allontanarono dalla locanda lasciando Venere dormiente; questa, al
risveglio, chiamò qualcuno e il locandiere che accorse la sorprese
discinta e rimase tanto impressionato dalle sue splendide forme che
tornato in cucina con ancora in testa ciò che aveva visto, strappò
un pezzo di sfoglia, lo riempì e ripiegò dandogli la forma
dell'ombelico della dea.
Non solo tortellini,
come detto, vi sono anche altre versioni di certo non meno
appetitose, come quella dei cappelletti alla reggiana oppure quella dei cappelletti alla romagnola.
Essendo una ricetta
molto diffusa al giorno d'oggi su ampia base territoriale, molte
tradizioni locali reclamano la primogenitura di questo piatto;
sicuramente l'area di origine, comunque, è l'Italia centro
settentrionale. Risulta perciò arduo tracciare una linea genealogica
chiara. La prima traccia scritta certa è quella della ricetta
reggiana che risale attorno al 1200, in uso, forse, anche presso i
lombardi Gonzaga, nella quale si prevedeva l'uso della carne di manzo
o vitello (e non di maiale come oggigiorno), trito di rosmarino e
aglio, burro, cipolla, l'equivalente dell'epoca del
Parmigiano-Reggiano, farina e uova.
In dialetto
romagnolo i cappelletti sono detti caplèt. I cappelletti sono un
piatto natalizio d'obbligo in tutta la Romagna. Pellegrino Artusi,
nel suo "La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene",
descrive la ricetta dei "cappelletti all’uso di romagna con
carne di maiale" (ricetta n. 7), con ripieno a base di ricotta
(o ricotta e raviggiolo), petto di cappone o lombata di maiale, da
cuocere nel brodo di cappone.
Come secondo piatto
di portata è servito il bollito accompagnato da salsine a
piacimento, come la salsa verde della bassa reggiana o la salsa verde di melanzane,
secondo una ricetta tipica dell’entroterra ravennate, oppure la
sfiziosa salsa antica della tradizione contadina modenese,
o la salsina per il lesso della nonna,
ricetta originaria di Parma, mentre i più golosi possono sempre
optare per la mostarda dolce.
Sulle tavole
modenesi a Natale si gusta anche lo zampone. Secondo la
tradizione lo zampone fu creato agli inizi del Cinquecento dai
cittadini della corte dei Pico di Mirandola per meglio conservare la
carne dei maiali, durante il lungo assedio alla città da parte delle
truppe di Papa Giulio II della Rovere. Secondo la leggenda tutti i
maiali furono macellati per evitare che cadessero nelle mani degli
invasori e le loro carni, macinate e insaccate nelle zampe dei suini,
diedero vita ad un originalissimo prodotto tipico che ebbe grande
successo nei secoli a venire. Nelle zone limitrofe infatti il
prodotto iniziò a diffondersi verso la fine del '700, di pari passo
con lo sviluppo dell'allevamento suino e dell'industria salumiera.
Il dolce classico su
tutte le tavole d'Italia è di sicuro il panettone! Ma anche
in Emilia Romagna si gustano diversi dolci tipici, come la versione modenese del Pane di Natale,
che si presenta come un bellissimo pane color moro lucido che va
servito tagliato a rettangoli di misura poco più grande di un
biscotto. Si gusta da solo o, meglio, accompagnato dai tipici
amaretti e da rettangolini di spongata spolverizzata con zucchero
vanigliato.
Ma i dolci natalizi
non finiscono qui. Fra le ricette della tradizione che abbiamo
selezionato sul sito www.emiliaromagnaturismo.it c'è anche la Tortadi Natale della nonna Albertina,
dolce bolognese delle feste natalizie, o i Tortelli di Natale in versione al forno o fritti, dolci originari della zona di Modena e
Reggio Emilia con ripieno di crema pasticcera o marmellata o pesto
natalizio.
E per concludere in
allegria il pranzo di Natale, un sorso di Vov secondo la ricetta ravennate per le grandi occasioni, come Natale e
Capodanno, servito in piccoli bicchierini.
Speriamo di avervi
fatto cosa gradita, e soprattutto di avervi fatto venire appetito,
presentandovi quello che tra pochi giorni si gusterà sulle tavole
emiliano romagnole… E se vi abbiamo fatto venire in mente dei bei
ricordi legati ad alcuni di questi piatti potete condividerli con noi
su www.chefditer.it,
dove potete trovare una raccolta di ricette e di racconti legati al
cibo in Emilia Romagna!
Noi tutti dello
staff di TER auguriamo a voi ascoltatori di Ora Italia e alla
conduttrice Magalì Pizarro di trascorrere un buon Natale e gli
auguri per un felice e sereno anno nuovo!
nd.r: Brano musicale "Massena Christmas Party" - Mario Biondi, Laura Pausini, Tiziano Ferro e Giorgia.