31.5.12



di @magapizarro - Ora Italia 

Che l'Argentina è lunga e piena di storie, lo sappiamo tutti.
Ma quante storie ci stanno dentro?
 Sicuramente tante.
Le conosciamo tutte?
 No, sicuramente no.

Ogni km che facciamo, ogni città che andiamo a scoprire, con fotocamera e mappa in mano, è un altro mondo.

E quel altro mondo ci stupisce.
Ci lascia senza parole, davanti a creazioni monumentali che non avremmo mai creduto di trovare in mezzo alla pianura pampeana.

Mi è successo a Saldungaray, piccolo paese che per conoscerlo e scoprire che non è un nome di brano musicale brasiliano devi - per forza - cercarlo su Google.

Con una semplice ricerca si arriva a scoprire che Saldungaray è nato come paese grazie alla costruzione di una piccola fortezza quando in questa terra rimaneva ancora una piccola quantità di indios. Il forte era il punto d'incontro delle forze armate guidate da Juan Manuel de Rosas nella "campagna al desserto", e rimase attivo fra il 1863 e il 1877.


Ma fu dopo, nel 1879, che Saldungaray cominció a crescere come popolazione anche se rimaneva sempre un piccolo paese di campagna.
In quello stesso anno, Pedro Saldungaray, di origine vasco-francese divenne proprietario di 2670 ettari, da lui deriverebbe poi il nome dato al comune.

La prima casa ed il primo albergo della zona nacquero nel 1901. Incredibile trovare in mezzo a quel paessaggio due costruzioni, le prime di un posto che ancora oggi fa fatica ad inserirsi nei percorsi turistici "tradizionali".

Il treno arriva a Saldungaray nel 1903 collegandola così alle città di Olavarría - Pringles e Bahia Blanca. Un anno dopo il paese arriva al punto massimo di organizzazione; si progetta la costruzione della Chiesa che si avvierà dopo nel 1905. E dal 1906 apre le porte la prima scuola del paese.

È curioso però sapere che la fondazione del comune avenne ancora dieci anni dopo. Quando l'erede di Pedro Saldungaray suggerì donare una frazione di terra e fondare il "grande paese", come venne denominato dai discendenti europei che li vi risiedevano.

Immersa nel verde dei colli di Villa Ventana, Sandungaray ebbe da sempre una grande produzione di prodotti agricoli di grande qualità e da qualche anno si caratterizza per essere una delle regioni vitivinicole più riconosciute della provincia di Bs.As. Rimane sempre da dire che anche se il paese è cresciuto in servizi, il numero di abitanti si è sempre mantenuto ed è il piccolo paese di entroterra, ricco di storie "paisane".

Ma... torniamo ancora alla storia. Saltiamo indietro fino al 1938.
L'anno delle grandi costruzioni, della nascita del Municipio, dei ponti sul ruscello Rivera, di quello sul fiume Sauce Grande, del Mercato Municipale, del macello e del grande monumento alle porte del cimitero. Tutti edifici nati grazie al lavoro del Deputato Santiago P. Saldungaray, nipote del fondatore.


E arrivati a questo punto devo esservi sincera: non avrei mai immaginato di trovare in un paese così minuscolo come Saldungaray un'opera architettonica dalle dimensioni gigantesche. 

Andando verso la strada che porta di ritorno a Villa Ventana, piccolo comune fra i colli, mi son trovata davanti ad un immensa porta, vestita da una costruzione circolare e, in mezzo, una croce a mio avviso "pazzesca" dove Gesù era rappresentato solo e unicamente dalla testa. 
Son rimasta a guardare il posto in silenzio, almeno durante 5  minuti. Guardare la vecchia costruzione, un po' scolorita, guardarsi intorno e non trovare nessuno... era senz'altro un po' tetro. 
Però è stato comunque il primo momento in cui mi sono fermata con piacere a guardare ciò che Salamone fece tanti anni fa: il cimitero. 

Fino a quel momento non sapevo esattamente chi fosse l'architetto. 
Arrivata a casa, sono andata di corsa a cercare qui, su Internet. E, indovinate! l'architetto era di origine italiana e si chiamava Francisco Salamone. 

Figlio d'italiani provenienti da Catania, Sicilia, Francisco, uno dei 4 figli Salamone, nacque a Bs.As il 5 giugno del 1897.

Finita la scuola, Francisco Salamone decise di dedicarsi all'architettura come suo babbo. Così inizio i suoi studi nell'Università Nacional de La Plata e li concluse a Cordoba. Nel 1917 ricevete la Laurea di architetto e ingenero.

Ma le sue opere arrivarono alcuni anni dopo, più precisamente a partire dal 1930, momento in cui Salamone lavorò, in provincia di Cordoba, nella pavimentazione di gran parte della provincia, però, con la difficoltà di lavorare per un governo corrotto e non poter portare a termine i suoi progetti, dovendo tornare in provincia di Buenos Aires.

In quegli anni il governatore della Provincia di Bs.As era Manuel A. Fresco, amico di Francisco che l'incaricò la costruzione di tutti gli edifici pubblici della Pampa humeda.

Cimiteri, edifici comunali, monumenti e macelli sono state le opere significative che Salamone portò a termine in tutta la provincia in 4 anni di lavoro! si, dal 1936 al 1940. Tracciando un percorso di patrimonio architettonico e artistico unico e di grande rillievo per la comunità italiana nel mondo. 

Gli affezzionati di Salamone vengono in queste terre per scoprire (e documentare in fotografie) le sue opere e addentrarsi nel mondo argentino della pampa, la campagna, i sapori e i colori unici che questa terra regala.

Ma oltre ad essere un grandissimo (scusateci se non siamo obiettivi a volte) architetto, si dedicò anche a far politica, arrivando a presentarsi come candidato a Senatore provinciale dell'Unión Civica Radical senza maggior successo. 
La sua famiglia? ... Francisco sposò una ragazza inglese con cui ebbe quattro figli. Proprio come suoi genitori italiani.