17.6.09

Le tante storie di speranza e dolore degli oltre 26 milioni di italiani emigrati in ogni parte del mondo avranno, ufficialmente a partire dal prossimo 25 settembre, un’unica casa nazionale. Presso il Vittoriano a Roma verrà infatti allestito il primo museo nazionale dell’emigrazione italiana promosso dal ministero degli Affari esteri con la collaborazione del Ministero per i Beni e le attività culturali. Obiettivo del museo è quello di rappresentare, in chiave di lettura di unità nazionale, la varietà delle esperienze di emigrazione su scala regionale e locale, contraddistinte, nel corso di un intenso secolo di storia nazionale, da molteplici specificità. Per la prima volta viene così messo a sistema l’immenso patrimonio storico e culturale italiano interente l’emigrazione: grazie a questo nuovo museo, tutto il materiale scientifico, composto da elementi visivi, audio, documenti e oggetti, sarà conoscibile e accessibile in maniera rotativa all’interno della zona espositiva. Con questa operazione si spera di riuscire a “sensibilizzare l’opinione pubblica” su un tema così complesso e importante come quello dell’emigrazione italiana nel mondo, ha detto il sottosegretario Alfredo Mantica, intervenuto alla conferenza stampa di presentazione presso la gipsoteca del complesso monumentale del Vittoriano insieme al sottosegretario per i Beni artistici e culturali Francesco Giro. Un tema purtroppo “misconosciuto”, una storia di cui molti hanno “vergogna”, ha puntualizzato Mantica. “Si tratta del risultato di un lungo lavoro bipartisan che ha coinvolto molte persone e che va avanti da molto tempo”, ha aggiunto il sottosegretario, spiegando come è stato portato avanti il progetto “a cui aveva lavorato anche il viceministro Franco Danieli”. L’esposizione dovrebbe restare presso la sede del Vittoriano fino al 2011, quando ricorrerà il 150esimo anniversario dell’unità d’Italia: “Poi – ha spiegato Mantica - vorremmo che diventasse itinerante, perché la storia dell’emigrazione è la storia di tutte le regioni italiane”. Non sarà quindi un museo statico, ma propulsivo della storia dell’emigrazione e soprattutto un centro di continua raccolta di documentazione. Dopo l’inaugurazione del 25 settembre, una delegazione italiana sarà presente all’incontro dei musei, delle fondazioni e degli istituti che studiano il fenomeno dell’emigrazione storica di tutto il mondo organizzato dall’Unesco in Germania. “Sarà un modo – ha affermato Mantica – per scambiarsi esperienze e documenti importanti per l’arricchimento e il miglioramento del museo”. “Questo non sarà il museo della seconda Italia, ma il museo della nostra italianità. Non sarà il museo della vergogna e della nostalgia, ma il museo dell’orgoglio italiano. Non sarà il museo della rivalsa, ma della partecipazione e del dialogo le comunità all’estero”. Con queste parole il sottosegretario Giro ha presentato il museo che servirà ad aumentare “la consapevolezza degli italiani di partecipare alla storia e all’identità nazionale disseminata in tutto il mondo attraverso il valore del lavoro”. Si tratta, secondo il sottosegretario al Ministero per i Beni e le attività culturali, di “una scelta storica, ma anche politica non banale per il dialogo con le comunità” ed apre anche una “nuova stagione di collaborazione tra i due Ministeri”, collaborazione sancita da un accordo firmato dai ministri Franco Frattini e Sandro Bondi per il patrimonio italiano in Italia e nel mondo. -da www.emilianoromagnolinelmondo.it