7.7.09

G8 E DIRITTI DELLE DONNE. DIFFERENZE DI GENERE E PARI OPPORTUNITA’ CONTRO LE DISCRIMINAZIONI

Tra le tematiche che verranno affrontate nel vertice del G8, che prenderà il via domani all’Aquila, si parlerà anche di diritti delle donne. Il Governo nazionale, in linea con l’attività svolta dall’organizzazione internazionale ActionAid, si è attivato per favorire la parità di genere, ritenendo essenziale nel corso del summit degli otto Paesi del mondo,affrontare l'analisi dei problemi più urgenti e prospettare le possibili soluzioni,prendendo in considerazione le differenze di genere e i diritti delle donne, sia quali attrici determinanti il cambiamento, sia quali destinatarie specifiche delle politiche perseguite. “Nonostante da decenni si parli in numerosi atti internazionali di parità di genere, solo parziali progressi sono stati compiuti sulla strada volta all’eliminazione delle discriminazioni subite dalle donne nella vita pubblica e privata- ha affermato la Consigliera di Parità della Regione Molise Giuditta Lembo - Il G8 a presidenza italiana rappresenta, dunque, un'occasione fondamentale per rilanciare il tema dei diritti delle donne su scala globale. Per questo motivo la Camera dei deputati, con voto bipartisan, ha approvato quattro mozioni concernenti iniziative per l’affermazione dei diritti delle donne per la parità di genere. L’esigenza - continua la Consigliera - nasce dal fatto che il summit ha avuto fino ad oggi carattere prevalentemente maschile (basti pensare che dal 1975 solo tre donne hanno preso parte ai lavori) e che il tema dei diritti delle donne su scala globale non è mai entrato nella sua agenda.
E’ importante sottolineare - prosegue la Lembo- che le quattro mozioni focalizzano l’attenzione su altrettanti aspetti relativi al genere: capacità della comunità internazionale di agire con coerenza ed efficacia per l’empowerment delle donne e l'uguaglianza; discriminazione e violenza sessuale, domestica, contro le bambine, nei conflitti armati e nel lavoro; pieno riconoscimento della parità di diritti e condizioni tra uomini e donne; parità come diritto fondamentale e condizione necessaria per il conseguimento degli obiettivi di crescita, occupazione e coesione sociale così come sancito dalla Road Map 2006-2010 tracciata dalla Commissione europea e dalla risoluzione delle Nazioni Unite n. 1325 del 2000 che ha riconosciuto per la prima volta le differenze dell’impatto che i conflitti violenti hanno sulle donne e sugli uomini, e il ruolo chiave femminile nella costruzione della pace e nella risoluzione dei conflitti. Per ottenere questi risultati- conclude la Lembo- bisogna considerare la componente femminile sociale alla stregua di un fattore di potenza strategica e valorizzarlo in tal senso”.
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