3.11.09

di Magalì Pizarro.
correzioni di Mina Cappussi.

IL 7 NOVEMBRE AL GRAN CAFFÉ TORTONI. LA VISITA AL PALAZZO BAROLO ED ENTRARE NEL MONDO DELLA COMMEDIA DEL POETA FIORENTINO, RAFFIGURATO NEGLI AFFRESCHI DELL'INFERNO, DEL PURGATORIO, E DEL PARADISO CHE ORNANO IL PALAZZO COSTRUITO DAL BAROLO NEL 1919. LA PIANTA DELL’EDIFICIO È COSTRUITA IN BASE ALLA SEZIONE AUREA E AL NUMERO D’ORO. LA DIVISIONE GENERALE DEL PALAZZO È IN TRE PARTI: INFERNO, PURGATORIO E PARADISO. LE NOVE VOLTE DI ACCESSO RAPPRESENTANO I NOVE PASSI D'INIZIO E LE NOVE GERARCHIE INFERNALI; IL FARO RAPPRESENTA I NOVE CORI ANGELICI. SUL FARO C'È LA COSTELLAZIONE DELLA CROCE DEL SUD CHE SI VEDE IN LINEA CON L'ASSE DEL BAROLO NEI PRIMI GIORNI DI GIUGNO ALLE ORE 19.45. L'ALTEZZA DEL PALAZZO È DI CENTO METRI E CENTO SONO I CANTI DELL'OPERA DI DANTE; L’EDIFICIO HA VENTIDUE PIANI COSÌ COME LE STROFE DEI VERSI DELLA DIVINA COMMEDIA.

Torna il consueto appuntamento con la Settimana della Lingua Italiana nel Mondo. Per l’occasione non possiamo non segnalare lo speciale evento organizzato dai ragazzi di AGIM - Associazione Giovani Italiani nel Mondo dell’Argentina, un organismo senza scopo di lucro, apolitico, membro del Forum Nazionale dei Giovani Italiani e riconosciuto dal Parlamento Italiano con la legge 30 dicembre 2004, n.311.

Si tratta di un incontro letterario che avrà luogo il 7 novembre al Gran Caffé Tortoni di Bs. As, con la partecipazione del Professor Antonio Tognarini, dell' Università per Stranieri di Siena, il quale introdurrà gli ospiti nella Divina Commedia e interpreterà i testi, noti in tutto il mondo, del grande Dante Alighieri. A seguire gli ospiti, accompagnati dai ragazzi di AGIM, potranno visitare il Palazzo Barolo ed entrare nel mondo della Commedia del poeta fiorentino, raffigurato negli affreschi dell'Inferno, del Purgatorio, e del Paradiso che ornano il Palazzo costruito dal Barolo nel 1919.

Il Caffè Tortoni e il Palazzo Barolo. Entrambi pieni di storia e sentimento.

Il Caffè Tortoni è il paradigma del Caffe’ Porteño anche se si sa poco dei suoi origini. Si dice che, nell’anno 1858, sia stato un francese di cognome Touan a inaugurarlo prendendo il nome in prestito da uno stabilimento del “Boulevard des Italiens”, dove si riuniva l’elite della cultura parigina del secolo XIX. In seguito, il bar passò nelle mani di un altro francese, Don Celestino Curuchet, un personaggio da “fumetto” che conferì al Caffè un accento peculiare, frequentato da gruppi di pittori, scrittori, giornalisti e musicisti che facevano parte del Gruppo di gente di Arte e Lettere, che nel 1926 formò la Peña nello stesso Bar, facendo uso della bottega del sotterraneo. In questo Caffè sembra che il tempo non sia andato avanti e si sia fermato come in un dagherrotipo e il locale è ogni volta una parte indispensabile per la storia porteña.

Il “Palazzo Barolo”, invece, è stato costruito da Luigi Barolo, progressista e potente produttore agricolo e zootecnico, arrivato in Argentina nel 1890. Barolo fu il primo a portare delle macchine per filare il cotone e a dedicarsi all'importazione di tessuti. Stabilì le prime filande di lana pettinata del Paese e iniziò le prime coltivazioni di cotone nella provincia del Chaco. Nel centenario della Rivoluzione di Maggio, conobbe l’architetto Mario Palanti (1885-1979), e lo assunse per realizzare il progetto di un edificio che aveva in mente. Esso sarebbe diventato una proprietà esclusivamente per le rendite. Luigi Barolo pensava, come tutti gli europei stabiliti in Argentina, che l'Europa avrebbe sofferto numerose guerre, che avrebbero distrutto tutto il continente. Nella disperazione, per conservare le ceneri del famoso Dante Alighieri, volle costruire un edificio ispirato all'opera del poeta, la Divina Commedia. Il terreno scelto per erigere il palazzo aveva una superficie di 1.365 metri quadrati e un fronte di 30,88 metri. Situato su Avenida de Mayo e Hipólito Yrigoyen, la superficie coperta risultò di 16.630 metri quadrati. Nel 1919 cominciò l’edificazione del palazzo che divenne il più alto dell’America Latina, e uno dei più alti del mondo costruiti in cemento armato. Con un totale di ventiquattro piani (ventidue piani e due sottosuoli), i cento metri di altezza furono possibili grazie ad una concessione speciale conferita dal sindaco Luis Cantilo nel 1921, dato che superava di quasi quattro volte l’altezza massima consentita su quel corso. L'altezza fino al punto più alto della cupola è di novanta metri, si arriva ai cento con un grande faro girevole di 300.000 candele steariche che lo rendeva visibile dall’Uruguay.
Il palazzo provocò sin dall’inizio una certa perplessità, si parlò di stile “rimorso italiano”, gotico romantico, castello di sabbia, o “quasi gotico veneziano”. La costruzione finì nel 1923 e fu benedetta il 7 giugno dal nunzio apostolico Monsignor Giovanni Beda Cardinali. Nel piano terra funzionò fino alla sua scomparsa, l’agenzia di notizie “Saporitti”. Oggi il palazzo è adibito esclusivamente ad uffici.


L’architetto Palanti era anche uno studioso della Divina Commedia, e riempì il palazzo di riferimenti ad essa. La pianta dell’edificio è costruita in base alla sezione aurea e al numero d’oro. La divisione generale del palazzo e della Divina Commedia è in tre parti: Inferno, Purgatorio e Paradiso. Le nove volte di accesso rappresentano i nove passi d'inizio e le nove gerarchie infernali; il faro rappresenta i nove cori angelici. Sul faro c'è la costellazione della Croce del Sud che si vede in linea con l'asse del Barolo nei primi giorni di giugno alle ore 19.45. L'altezza del palazzo è di cento metri e cento sono i canti dell'opera di Dante; l’edificio ha ventidue piani così come le strofe dei versi della Divina Commedia.

L’evento organizzato da Agim lascia prevedere una serata particolare, tra poesia, arte, storia e architettura. All’indirizzo AGIM: infoargentina@giovaninelmondo.com, potrete effettuare l'iscrizione per procurarvi un posto per una manifestazione davvero unica nel suo genere.

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