4.12.09

ROMA\ aise \ - La relazione della IV Commissione (Scuola cultura e lingua italiana all’estero), illustra all’Assemblea plenaria del Cgie, i cui lavori sono proseguiti oggi alla Farnesina, dal Vice Presidente Alberto Di Giovanni parte da una precisazione che ha voluto chiarire che la commissione “ha affrontato una serie di problematiche che si sono accentuate in questi ultimi tempi in conseguenza delle restrizioni imposte sugli interventi pubblici alle nostre comunità”. Sebbene, ha sottolineato Di Giovanni, “i motivi della nostra discussione hanno una ricaduta generale sui lavori dell'assemblea”, c’è stata una scelta di categoria: “vorrei partire da un aspetto che riguarda il futuro: i giovani” e una conseguente scelta metodica “sentiamo vivamente la necessità di non limitarci ad evocare i giovani in modo convenzionale e retorico”. Insomma, per la IV commissione “è essenziale, se vogliamo veramente aiutarli a trovare una strada di convinta e stabile partecipazione e collegamento con l'Italia, corrispondere con i fatti alle loro esigenze ed alle domande che loro stessi avanzano”. “In questo senso la difesa e lo sviluppo della rete di offerta della nostra lingua e della nostra cultura è un passaggio obbligatorio che nessuno può pensare di saltare”. E ciò perché “la lingua e la cultura saranno gli strumenti ineliminabili per mantenere e rinnovare i legami del nostro paese con la sua vasta diaspora”, tanto che “tutto quello che si fa in termini di proiezione della lingua e cultura italiana all'estero, si fa per il futuro”, e di conseguenza “tutto quello che si toglie, in questo campo, si toglie al futuro dell'Italia.”.Se la situazione attuale, che Di Giovanni ha definito di “silenzioso rifiuto”, non cambia “avremmo rovinato quello che in tanti anni è stato costruito con spirito di sacrificio e dedizione”. Né si può pensare di rimediare con “provvedimenti estemporanei o con l'assestamento annuale di bilancio” visto che se i fondi “arrivano, in molti casi” ad anno scolastico concluso non servono più. In questo modo, ha ribadito il relatore, non solo “non si prepara il futuro, ma si minaccia anche il presente”.Quindi, una nota polemica nei confronti del Ministro Frattini - delusione nell'ascoltare che quando si parla dei protagonisti della lingua e cultura italiana del mondo si parli solo degli istituti italiani di cultura si dimentichi la più grande rete che è quella degli enti, delle associazioni – per cui ci si chiede “perché non riconoscere che sono state le nostre collettività all'estero che hanno permesso l'inserimento di corsi di lingua e cultura nell'orario delle scuole locali”, “a convincere i governi locali a partecipare al finanziamento”; com'è possibile “che tutto questo possa sfuggire al nostro ministro che decanta invece gli interventi di poche decine di persone e manifestazioni focalizzate più sul cocktail iniziale che sul messaggio culturale?” La relazione, inoltre, ricorda che “non sono mancate osservazioni e riserve sul modo in cui è stata realizzata la settimana della lingua e cultura italiana nel mondo”, ovvero il “mancato coinvolgimento degli enti che fanno cultura all'estero”, osservando che “spesso le iniziative sono cadute nella totale assenza degli italiani per mancanza di informazione e di coinvolgimento”.La proposta della Commissione “è quella di interrompere questa prassi reiterata scegliendo proprio la storia della cultura della diaspora come tema di una delle settimane future”, non per soddisfare “una richiesta particolaristica” ma per “un vero arricchimento dell'offerta culturale italiana”. Passando al “sistema dei corsi di lingua e cultura” la Commissione, ancora una volta, solleva “un allarme serio e vero”, poiché “i tagli si sono tradotti e continuano a tradursi in un numero inferiore di insegnanti all'estero, in una restrizione di corsi”, diventando un “peggioramento qualitativo del nostro intervento, proprio mentre aumentano le dinamiche concorrenziali”.E citando ad esempio il caso della Germania, la IV commissione parla di “maggiori difficoltà a frequentare corsi logisticamente scomodi, la differenza di standard di insegnamento-apprendimento incominciano a provocare nelle famiglie delusione, fatica e purtroppo distacco”. Quindi un riferimento alle celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia: “si tratta veramente di un'importante occasione che deve essere colta”, e, tuttavia, “ci sembra però non meno apprezzabile presentare in Italia la storia dell'emigrazione italiana”, magari “nelle scuole con specifici progetti e mandando avanti la proposta di legge per l'insegnamento multidisciplinare dell'emigrazione italiana nelle scuole”. Anche perché “sono iniziative che costano ben poco o niente”. La relazione conclude, infine, con la richiesta di un’audizione alla Commissione cultura del Senato, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla cultura italiana all'estero, visto che “le esperienze fatte sul campo da molti dei componenti di questo organismo potrebbero essere molto utili per chi voglia capirne di più sul tema”. (aise)