7.9.10


di Simona Aiuti -

Toscano alla vecchia maniera, tempra d’acciaio, capace di scavalcare una guerra, di “biciclettarci” all’interno, scollinarla e tornare a vincere in un’età non più verdissima con quel ghigno inconfondibile! Non smise mai d’allenarsi anche durante il conflitto bellico e collaborò con la Chiesa per aiutare alcuni ebrei, sfruttando la sua veste da atleta, nascondendo biglietti e messaggi nella canna della sua bici.

(UNMONDODITALIANI) Il “Ginaccio” fu ilcampione eroico di una volta, probabilmente il più famoso e fiero rivale di Fausto Coppi. I duegareggiarono anche nella stessa squadra, la Legnano, per poisepararsi e difendere i colori delle principali industrie: la Legnano appunto e la Bianchi, ma sempre rivali e mai nemici.
Divisero l'Italia in due, creando delle tifoserie leali fra sostenitori dell’uno e sostenitori dell’altro; ma in ogni caso i due solcarono con le loro pesanti biciclette alcune delle più famose pagine della storia del ciclismo.
Mitico è il famoso passaggio della borraccia al Tour de France del 1952: un'immagine che è diventata per tutti il simbolo della solidarietà tra due colossi. Mai Bartali si sarebbe tirato indietro davanti alla difficoltà dell’avversario, e la sua carriera ciclistica fu una delle più lunghe e piene di successo nella storia del ciclismo internazionale; si svolse in pratica dal 1935, quando si laureò campione d'Italia, fino al 1954: ventisette anni sempre in sella a macinare chilometri sotto il sole e in mezzo alla polvere.
Salì in sella alla bici per la prima volta a tredici anni, e dimostrò sempre d’avere un cuore e due polmoni d’acciaio a quarant’anni suonati, sfidando le più irte salite. A partire dal 1935 Bartali cominciò ad inanellare una serie di vittorie a catena, culminate l'anno successivo, salendo sul podio del Giro d’Italia. Su Bartali e le sue impresesono stati scritti libri, centinaia di articoli e canzoni, come quellaceleberrima di Paolo Conte, e anche ilCinema, con il grande attore Pierfrancesco Favino, gli hanno reso l’onore che meritava. Uomo di gran cuore e di indimenticabile schiettezza, semplice nel senso più elevato del termine, profondamente amato per la sua purezza di cuore e capace di riprendersi anche da gravissimi infortuni: si rialzò sempre e sembrava una locomotiva!
Bartali si è spento il 5 maggio 2000. Il giorno del suo commiato dal mondo, nella camera mortuaria dellachiesa di S. Piero in Palco, nella fiorentina piazza Elia Dalla Costa, intorno alla sua bara sfilarono per tutta la giornata centinaia di persone giunte da ogni località per dargli l'ultimo saluto.
UN MONDO D'ITALIANI -- ITALIAN INTERNATIONAL DAILY MAGAZINE