25.10.11


Salve a tutti gli ascoltatori di Ora Italia! Oggi la cartolina è molto, molto speciale, perchè ve la raccontiamo insieme alla conduttrice di Ora Italia, Magalì Pizarro, che qualche settimana fa è stata insieme a noi alla scoperta della Romagna profonda e delle sue tradizioni.


E’ pèn de mi paèis
Te mi paèis i fa ancòura un pèn
stil cumè un òs-cia
ch’l’è pu e’ pèn ch’u s magnévva Crést.
Il cus s’un piat tònd
ad tèra còta
culòur de madòun un po’ sbiavéid
ch’e’ sòuna te tuchèl.
L’è un pèn fat sa pòchi ròbi:
acqua, faréina e sèl.
Quand ch’l’è còt e’ sfòia un bisinìn
un bisinìn u s bréusa
cumè la faza dla léuna
quand la à la luce ad travérs.
A panséi bén
l’è un pèn ch’u n sa ‘d gnént
s’u n fòss che l’à e’ gòst
di mi dis an.


Il pane del mio paese
Nel mio paese fanno ancora il pane
sottile come l’ostia
che poi è il pane che mangiava Cristo.
Lo cuociono su di un piatto tondo
di terracotta- colore del mattone un po’ scolorito
che suona nel toccarlo.
E’ un pane fatto con poche cose:
acqua, farina e sale.
Quando è cotto si sfoglia un pochino
un poco si brucia
come la faccia della luna
quando ha la luce di sbieco.
A pensarci bene
è un pane che non sa di niente
se non fosse che ha il gusto
dei miei dieci anni.
[Nino Pedretti, Al Vòusi Einaudi 2007]
Oggi vi portiamo a Montetiffi alla scoperta delle rinomate "Teglie di Montetiffi" e andiamo a conoscere i coniugi Camilletti-Reali che ci presentano i segreti della creazione di una teglia, per secoli gelosamente tramandati di padre in figlio.
In passato, famiglie intere hanno trovato sostentamento da questa attività, la produzione delle teglie, che ha avuto come centro il borgo in pietra di Montetiffi. 

Così si è andati avanti fino agli inizi degli anni novanta, quando gli ultimi due tegliai della Valle dell’Uso hanno chiuso bottega. Un mestiere che era un'arte, che aveva il profumo della terra e la tenerezza di un quadretto di piada, sembrava definitivamente perduto, lasciato tra le pieghe del tempo. Poi è arrivato il caso, forse il destino. I coniugi Camilletti-Reali hanno deciso di ricominciare a realizzare teglie. Oggi il loro laboratorio è aperto a tutti, e noi di TER siamo risaliti insieme a Magalì lungo la Valle dell'Uso e siamo andati a vedere da vicino le fasi di realizzazione di una teglia.


Le teglie vengono create in diversi formati: più grandi per il camino o la stufa, più piccole per i fornelli a gas. Si tratta di uno dei prodotti più autentici dell'artigianato di Romagna, che può fungere anche da oggetto ornamentale.

Come nasce una teglia? I termini "testo" o "tegghia" erano usati un tempo per indicare la teglia in argilla. La voce "testo" deriva dal latino "testum" che significa "coccio di terracotta".
"L'argilla viene ancora raccolta a mano, nelle vene del territorio di Montetiffi, così come il minerale di calcite ("merum" in dialetto)" ci spiega Rosella Reali, "e l'acqua è rigorosamente di sorgente." Una volta raccolta, l'argilla viene messa ad asciugare, setacciata e selezionata manualmente. Quando il prodotto è secco viene frantumato in polvere grossolana e messo in ammollo in mastelli. L'impasto così ottenuto viene tirato su piani di marmo.


Con torni a pedale si sovrappone una tavola con una spolverata di cenere, e con una manciata di impasto si inizia a plasmare il prodotto, ottenendo così la base ("e fundel"). Facendo girare il tornio, col movimento delle mani si crea l'orlo ("l'urel"), dopodichè si raffina la teglia levigandola. Lo stampo è pronto e viene poi lasciato per un'oretta al sole, poi posto nell'essicatoio per circa due mesi e ogni giorno le teglie vengono rivoltate!

Una volta essicate, le teglie vengono fatte cuocere in uno speciale forno a legna alla temperatura di 700/800 gradi per 8/9 ore. Infine, vengono lasciate riposare un paio di giorni, durante i quali si verifica se vi sono crepe o fratture. Il prodotto così ottenuto è un piccolo capolavoro e su di esse viene posto un timbro che ne certifica la provenienza: "Teglie di Montetiffi".
Le teglie tornano a vivere e a testimoniare un mestiere che raccoglie l'energia creativa che nasce dalla terra. Uguale nel tempo la magia, uguale nei secoli la poesia:  "Fosse pur là dove è maestra gente in far teglie sotto cui bel bello scoppietti il pungitopo e la ginestra, a Montetiffi?"
Così Giovanni Pascoli cantava il paese dei tegliai. Sì Giovanni Pascoli, anche lui siamo andati a trovare nel suo paese natale, a San Mauro Pascoli, ma questa, è tutta un'altra storia, che racconteremo un'altra volta.

Nicholas – Staff TurismoEmiliaRomagna

n.d.r. Brano: 'Romagna e Sangiovese', Raoul Casadei.                       
n.d.r. 2. Ora Italia ringrazia di cuore lo Staff di TER, in particolare Nicholas,  per la pazienza e disponibilità nell'accompagnarci a scoprire l'arte delle teglie. E infine a Rosella e Maurizio per il ricevimento nel loro laboratorio ed il tempo dedicato. Gracias!