BOLOGNA\ aise\ - "Nella
Regione Emilia Romagna c’è chi confonde le cose e va affermando che le
marginali risorse messe a disposizione per il funzionamento della
Consulta dell’Emigrazione siano un tutt’uno con i soldi pubblici che
fanno camminare la politica. La demagogia toglie equilibrio.
I pochi soldi spesi per la nostra
emigrazione non posso essere catalogati come costi della politica. Ci
vorrebbe meno demagogia e più conoscenza dei fatti". Ne è convinto Renzo
Bonoli dell’Istituto Fernando Santi dell’Emilia Romagna, che commenta
così la presentazione di quattro disegni di legge regionali volti all’abolizione della Consulta.
"I fatti – sostiene Bonoli – sono lì a
dimostrare come il permanente e curato rapporto con le nostre comunità
regionali all’estero sia stato e sia funzionale allo sviluppo dei
rapporti di carattere culturale ed economico con i paesi d’accoglienza
all’estero e fondamentale per l’immagine e gli interessi della Regione
che vanta tradizioni di accoglienza, di integrazione, di politiche
economiche sane e intelligenti che tutto il mondo ci invidia. La nostra
Regione, per quello che è e rappresenta ha il dovere di tenere insieme
gli emiliano romagnoli della madrepatria con quelli che sono all’estero
ed i cui diritti sono peraltro riconosciuti dallo Statuto regionale. Le
ragioni sono diverse e essenziali".
"Alcune forze politiche, fatto salvo un
formale omaggio alla Consulta, poi, con la presentazione di alcune
proposte di legge, puntano ad abolire la Consulta dell’Emigrazione. Si
spara alla Consulta – si chiede Bonoli – per mirare alla maggioranza di
governo della Regione o siamo in presenza di casi specifici di
insofferenza riferiti alla direzione della Consulta? Ogni ipotesi può
essere plausibile. Di certo colpisce la disinformazione presente fra i
consiglieri regionali sui meriti e sul grande, qualificato lavoro fatto
dalla Consulta con le associazioni presenti in tutto il mondo. Quello
che occorre tuttavia è una discussione franca, vera, di merito per
contrastare progetti e attacchi che, oltre che essere ingiustificati e
superficiali, sono inconsistenti e mettono in evidenza una
disinformazione che non dovrebbe riscontrarsi in consiglieri
regionali".
"La Consulta regionale – ricorda
l’esponente dell’Ifs – svolge un reale ruolo di rappresentanza ed è
all’avanguardia nei servizi rivolti al mondo dell´emigrazione. Si può
sviluppare un confronto sul modello scelto in Emilia Romagna a
confronto con quello adottato da altre regioni per la direzione ed il
funzionamento della Consulta dell’Emigrazione, ci si può confrontare -
tenuto conto della situazione generale del paese - per valutare ogni
utile suggerimento per il miglior modo possibile di utilizzo delle
ridottissime risorse economiche disponibili ma vanno evitate le azioni
meramente propagandistiche e personalistiche".
L’Istituto Santi, spiega Bonoli,
"intende avanzare la richiesta di un incontro urgente con i capigruppo
consiliari e con la Commissione consiliare competente in occasione della
discussione dei progetti per gli emiliano romagnoli all’estero per
specificare il suo orientamento circa le citate proposte di legge alla
base delle quali – conclude Bonoli – stanno considerazioni che sembrano
prevalentemente dettate da preoccupazione sulla situazione dei conti
degli enti locali e che non evidenziano, invece, il ruolo essenziale
della Consulta con e per gli emiliano romagnoli della madrepatria e
delle comunità all’estero". (aise)